Un tema che mi sta particolarmente a cuore è la disabilità e le limitazioni funzionali ad essa associate.
Le grave cerebrolesioni acquisite, come un ictus o un trauma cranico, così come alcuni disturbi neuro-psicologici congeniti, come il ritardo mentale o i disturbi generalizzati dello sviluppo, a seconda del caso possono dare origine a menomazioni a livello sensomotorio, cognitivo e comportamentale che richiedono specifici e validati trattamenti diagnostici e riabilitativi.
Nel caso del trauma cranico, ad esempio, dopo la fase di ospedalizzazione acuta segue la riabilitazione in apposite strutture specialistiche. Anche a casa si rendono necessari interventi di carattere sanitario e sociale a lungo termine, finalizzati ad affrontare menomazioni e disabilità persistenti, e difficoltà di reinserimento famigliare, sociale, scolastico e lavorativo. E’ proprio in questa fase che possono emergere ulteriori enormi difficoltà, soprattutto per i famigliari.
Come ci suggerisce l’ICF (2001), le menomazioni strutturali e funzionali comportano limitazioni nelle attività della vita quotidiana e della partecipazione alla vita sociale, ma sono spesso i fattori personali e ambientali a modificare gli esiti disabilitanti di una patologia.
E’ l’ambiente sociale in cui si vive che può mantenere, aggravare o alleviare le limitazione funzionali della persona che consideriamo “disabile”!
Un recente rapporto ISTAT dal titolo “Inclusione sociale delle persone con limitazioni dell’autonomia personale” sottolinea come siano ben 4 milioni le persone comprese tra gli 11 e gli 87 anni che nel 2011 riportano gravi difficoltà nelle funzioni motorie, sensoriali e nelle attività assistenziali della vita quotidiana.
Un dato che mi ha colpito molto è quello relativo all’inserimento lavorativo:
“La presenza di limitazioni funzionali ha un forte impatto sull’esclusione dal mondo lavorativo: solo il 16% (circa 300 mila individui) delle persone con limitazioni funzionali di 15-74 anni lavora, contro il 49,9% del totale della popolazione. Il 72% degli occupati con limitazioni funzionali sono uomini.”
La quota di chi non è mai entrato nel mercato del lavoro è molto più elevata tra le persone con gravi limitazioni funzionali (il 18,5% contro l’8,8% tra chi ha limitazioni funzionali lievi).”
I”l 38,4% delle persone con limitazioni funzionali ha difficoltà ad accedere agli edifici per mancanza di supporti o assistenza, il 25,3% non riesce ad uscire di casa quando vorrebbe per motivi di salute ed il 14,1% è limitato nell’utilizzo del proprio veicolo per gli stessi motivi, con percentuali più elevate se le limitazioni sono gravi.”

Psicologo e Psicoterapeuta. Coniuga l’attività clinica privata con quella specialistica presso Enti socio-sanitari della provincia di Piacenza.